domenica 26 ottobre 2014

Leggerlo o no? direi di sì - 02

..avevamo la consapevolezza che ci stavamo incamminando verso una vita professionale frustrante e dissociata: da un lato essere medici contro le corporazioni e distanti dalla concretezza dei problemi delle persone; dall'altro l'impegno politico, quello che restava degli anni caldi dell'università. Tanti compagni delle lotte universitarie si stavano già perdendo nel carrierismo esasperato o al contrario in scelte politiche  rigide e senza sbocco.
Con Basaglia, senza accorgecene, stavamo trovando la nostra strada, senza separazioni, senza dissosciazioni: la "lunga marcia attraverso le istituzioni" e il lavoro quotidiano instancabile.
Scrive oggi Michele Zanetti, il Presidente della Provincia che nel 1970 chiamò Basaglia a Trieste e che sostenne con convinzione il progetto, ricordando quell'inizio." Trieste è stato forse l'unico angolo d'Europa in cui un gran numero di "profughi" della generazione del 68 ha avuto la possibilità di esercitare concretamente il proprio impegno sociale, la propria vocazione professionale, così da dimostrare quanto fossero capaci di fare senza rinunciare ai propri ideali, senza farsi "reclutare" o "comperare" da quella società che essi volevano cambiare."

se volete sorridere, piangere, incazzarvi, maledire, stupirvi, ecco, qui trovate tutto questo.

Non ho l'arma che uccide il leone - Peppe Dell'Acqua euro 15

sabato 25 ottobre 2014

Garage e garage.





La stazione fiorentina della Leopolda sarà travestita da garage. Un richiamo ad antiche leggende di fine 900, perché il riferimento è il garage dove Steve Jobs inventò il personal computer e dunque un posto dove nascono le idee. Intanto a Roma sfilano, anche contro le idee del garage fiorentino, centinaia di migliaia di persone che in un garage – ma vero, nel senso di officina – ci vanno tutti i giorni, spesso con il timore di trovarlo chiuso il giorno dopo, e anche questo è un richiamo novecentesco: lavoro fisico, mani sporche, fatica. Nel garage fiorentino viene lucidato con amore il carro del vincitore, nella manifestazione romana spingono il carro dei perdenti, quelli che negli ultimi trent’anni hanno visto l’erosione di reddito e diritti. Nel garage fiorentino si tende a descrivere il garage che sfila a Roma come una processione di “privilegiati” che un lavoro ce l’hanno e non capiscono la modernità. Nel garage che riempie la piazza la “modernità” la pagano da un pezzo e ne hanno piene le balle. Buon week end.

Alessandro Robecchi - oggi 

leggerlo o no? direi di sì - 01

"se vuoi imparare a campare, ti devi fare furbo dice, devi essere cattivo. Funziona così, è così in tutto il mondo: devi tenere cazzimma, ma tenerne assai. Capisco l'amicizia che ti lega a Tommaso, aggiunge, vi conoscete da quando eravate ragazzini, ma questo non significa niente, perchè siete due estranei"

"Quando si solleva, gli prende dolcemente la nuca. Sisto, ti prego di ascoltare bene, gli dice, gli amici non esistono, mettitelo in testa; questo può fare la differenza, per questo ti dico di ascoltarmi.
La differenza! Che differenza? gli chiede.
Tra un uomo che sa campare e un uomo da niente, e qui di uomini da niente ne è pieno. Sono quelli che si accontentano, che non lottano, che si nascondono dietro belle parole ma poi non hanno le palle per rischiare un solo centimetro della loro vita del cazzo."

queste sono le premesse.....
mi è piaciuto, lo consiglio, autore Stefano Crupi, Mondadori, 16€

giovedì 23 ottobre 2014

cadorna, diaz



diaz in tv, resta amara e indelebile, la traccia aperta di una ferita......

mercoledì 22 ottobre 2014

rom, rom, sempre rom.

"Chi ha voglia di esotismo, di scorci suggestivi, di cartoline da lontano, segua Matteo Salvini su Facebook o Twitter. Troverà le fotine del Cremlino, delle navi russe ancorate in Crimea, di militari in mimetica, di signori in costume tradizionale. Peccato per la faccia di Salvini sempre in primo piano, ma l’autopromozione funziona così. E poi gli slogan: “Sulla Piazza Rossa non si vede un Rom” e, naturalmente, “Ci vorrebbe Putin”. Qualche settimana prima Salvini era andato in gita in Corea del Nord, anche lì tante fotine e tanti slogan: “I bambini giocano per strada e non alla Playstation” e “C’è un grande sensop di comunità”.  Si è dimenticato di dire che in Corea del Nord non ci sono immigrati, peccato. Ora si attende Salvini a Baghdad, o a Kobane, magari in Liberia o Costa d’Avorio. Fotine e frasette a effetto. Poi, poveretto, deve tornare in Italia, quel triste paese invaso dagli immigrati, dove magari, in piazza del Duomo, puoi persino vedere un rom."

Alessandro Robecchi

martedì 21 ottobre 2014

le notti massacranti


Se tu fossi davvero esistita cara indimenticabile Maria
fin da allora potevo imparare a congiungere il vero e la bugia.
E nelle notti massacranti riempite di parole intelligenti
e nell'angoscia della vita ho in mente ancore l'eco
della tua risata. 


Salvini, dici che destra e sinistra non esistono più. Ascolta me, vai a fare in c. 

supermarket

arriva in corsia del supermercato il rappresentante.
dice, concitato, ma che poca figa qui, come mai?
è sempre così. dicono i lavoranti, rassegnati

dice, oggi ero in città, zona galleria, dice
e allora, dicono, allora?

mi chiedono, 2 in macchina , la direzione dell'autostrada
strano, dico, che mi chiedano questo

e allora, dicono? che gli hai risposto?
gli dico una strada, senza pensare

erano 2 extra di sicuro
portavano droga, sicuro
2 spacciatori, sicuro

che skifo, dicono i lavoranti
che merda, dice il rappresentante, così non si può

chiaro, dico, uno più uno è due.

mi allontano, con un solco lungo il viso, come una specie di sorriso

martedì 7 ottobre 2014

sentinelle atttttenti! ora riposo, ascoltate e imparate.

Siccome non ci facciamo mancare niente, ecco anche le sentinelle in piedi, e vabbé. Come tutti gli integralisti, le sentinelle si sentono nei giusto. Intervistata da un telegiornale, una signorina in piedi ha spiegato con calma: “Dicendo ai miei figli che un bambino ha bisogno di una mamma e di un papà potrò finire in galera”. Un’affermazione così ridicola e bislacca che si dovrebbe invocare l’infermità mentale. Però è assai affascinante per certa gente sentirsi come i primi cristiani nelle catacombe, assediati, perseguitati, in odore di martirio. Dopo, finito lo spettacolino, le sentinelle in piedi tornano a casa e si siedono. Nessuno le ha perseguitate, né date in pasto ai leoni, né arrestate e gettate nelle segrete perché dicono parole vietate come “papà” e “mamma”. Insomma, niente catene e ferri arroventati, niente martirio, niente crocefissioni, niente eccitante sado-maso cattolico. Che delusione.

(Alessandro Robecchi)

domenica 5 ottobre 2014

Giornali e minestra.

Non mi sento sicuro, afferma convinto l'edicolante, ho paura ad uscire per strada. La mia faccia da bambi illuminato dai fari notturni di un automobile che lo guarda sbalordita  lo induce a confermare che sì, ha deciso, si comprerà una pistola.
Forse mi è sfuggito qualcosa, penso, forse qualcosa non so.

Ieri pomeriggio ero a un funerale, dice, e tornando a casa sono rimasto come paralizzato.
Cosa mai avrà visto, penso, un astronave coi Simpson a bordo, almeno.
Dice che ha visto, appartati ma in mezzo alla strada, dice, un camper con zingari compresi, e, peste li colga,  mentre stavano preparando in un pentolone una sonora minestra.
Dice di aver chiamato subito le autorità, e che dette autorità avrebbero dovuto intervenire subito, che diamine. Dice tante volte subito.
Non dice per quale motivo, ma lo dice. 
Ma non sono intervenute. E così non si può.

Rimango perplesso, si vede, e lui mi dice che così non si può andare avanti.
Rincara, dice che se lui si fosse trovato al loro posto lo avrebbero subito arrestato.
Perchè? il perchè non lo dice.

Esco, più preoccupato di prima. Non per la minestra, s'intende.

Esco, con un solco lungo il viso come una specie di sorriso. 
 

Parole necessarie, ora come allora.( Mauro Favale)