domenica 9 novembre 2014

A presto.


L'al di qua.

E perchè Brittany Maynard non avrebbe dovuto farla finita?
Monsignor Carrasco De Paula, presidente della PAV (Pontificia Accademia per la vita) ha detto la sua: "Il suicidio assistito è un'assurdità. Non è una morte con dignità" che è come dire, della fine della ragazza, che è senza dignità.
E allora voto 2 al presidente della PAV. Perchè è vero che ognuno fa il suo mestiere, quindi il monsignore poteva dire che non è una morte da cristiana, o da credente. Ma la dignità, per favore, la lasci stare e magari pensi alla pietas di cui Papa Francesco è portatore sano ma non so quanto gradito. Ci sarebbe stata dignità in una morte da vegetale, con un cancro che divora il cervello, nella mancanza di ogni speranza, nella sofferenza inflitta al proprio corpo e alla famiglia?
Ce n'è molta di più nel decidere di vivere da essere umano gli ultimi giorni, di baciare il marito, di sorridere ai genitori e anche nell'assumere di persona la dose mortale, chè nessuno poi avesse il dubbio di essere un assassino.
Il guaio, a volte, che a forza di parlare dell'aldilà si perde di vista l'al di qua.

Gianni Mura - la Repubblica

sabato 8 novembre 2014

A Bologna non deve parlar...


buona serata leghisti dell'Illinois.

Spazio nelle teste.

Come ti sistemo gli immigrati senza spendere un euro.


 http://lofinotes.tumblr.com/

Leggerlo o no, direi di no - 03


Sai, è come se tu non fossi mai esistito.

Cordialmente.

giovedì 6 novembre 2014

oggi è così.


anche se voi vi credete assolti, siete per sempre colpevoli.


dedica della giornata.

puoi sommare le parti, ma non otterrai mai il totale

puoi dare il via alla marcia ma non c'è nessun tamburo

ogni cosa ogni cuore arriverà all'amore

ma come un profugo.

Umberto Bosco, si chiama così.


Ferrari, Italia.


Biciclette.

Tra le colleghe è sempre stata tra le più sveglie.
Forse, in zona, la più sveglia.
Nonostante il territorio  dove è nata e dove risiede influenzi eccome la crescita dei neuroni, limitandola al massimo, si è sempre comportata bene.
Oggi dice che ha paura, un'altra dico io.
Dice che non si sente sicura, che gli possono rubare in casa le biciclette.
In casa, le biciclette.
Valgono tanto dice, e dice che un vicino è stato appena aggredito in casa.
Stranieri, dice, precisa anche l'etnia.
Dice che un suo amico lega ogni sera nella cantina di casa con delle catene la bicicletta.
Che vita dimmerda, penso, ma poi penso anche alla zona, e tutto torna.
Che fare, mi dice, di solito vengono dalle 5 alle sette.
I ladri, chiamiamoli così, rispettano pure gli orari.
Gli suggerisco di dormire vicino alle biciclette, di non lasciarle mai da sole.
Dice che potrebbe essere un'idea.
Stranieri, dice, stessero a casa loro.
Voto verde, dice. Poco ma sicuro.
Gli unici, dice, che pensano alle mie biciclette.
Penso che il sillogismo sia giusto, dico.
Una mia cara amica di Torino, anni fa affermava con vigore che il più grande errore fatto dall'uomo sia stato il suffragio universale.
Ridevo, una volta, anni fa.
Non so perchè, oggi no.
Penso a quante volte sia insignificante la mia vita, e  penso anche a chi lega ogni giorno con la catena la bicicletta nella cantina di casa.
Penso alla collega, che razzola a destra per paura della scomparsa delle biciclette.
Come è stato possibile far accadere tutto questo?

lunedì 3 novembre 2014

Perchè non è vero.

Ecco, ci siamo. Era fatale che lo scontro da teorico diventasse molto pratico. Dico subito che non mi piace. In generale non mi piace veder menare nessuno, e meno di tutti i più deboli. Nel caso, lavoratori con una lettera di licenziamento in tasca, persone che sono davvero davanti al dramma, gente che probabilmente vede benissimo – meglio di me – la differenza tra il fighettismo glamour della Leopolda e le proprie vite. Una differenza dickensiana, quasi.
A questi uomini (uomini perché lavorano l’acciaio, ma anche alle donne, ovvio) si è detto di tutto in questi sei mesi di governo. Che sono vecchi, che il loro posto fisso (l’unica cosa che hanno, e la stanno perdendo) non è più un valore, anzi che sembra un peso per il Paese.
Si è citato ad esempio Sergio Marchionne (quello che cacciava gli operai con la motivazione che erano della Fiom), si è data tribuna (e applausi) a un finanziere che vive a Londra invitato a dar lezioni a chi guadagna facendosi il culo un centesimo di quel che guadagna lui. Si sono insultati i sindacati dei lavoratori, e non parlo della gag dei gettoni (non solo), ma dell’eterno, ripetuto, ossessivamente reiterato fastidio per “i corpi intermedi”, la trattativa, il dialogo. Anche oggi, questa mattina, un’esponente del nuovo Pd ha accusato la Cgil di tessere false (poi retromarcia imbarazzante, ma è tutto imbarazzante, francamente). Il Premier è andato in televisione a dire che “l’imprenditore deve poter licenziare quando vuole”. Persino la legge di stabilità che abbassa le tasse agli imprenditori (la famosa Irap), fa sconti miliardari senza chiedere alcun vincolo, alcun impegno ad assumere. Anzi, si cancella l’ultimo barlume di argine a una politica da Far West nel mondo del lavoro. Segnali. Dieci, cento, mille segnali. Fatti, non schermaglie da social network o freddure buone per twitter. O frasette di facile presa come quelle dei Baci Perugina (come dice giustamente Maurizio Landini: "slogan del cazzo"), o per scempiaggini come "Questo è il governo più di sinistra degli ultimi 30 anni" (Renzi, febbraio 2014).
Ora il problema non è più “due sinistre”, ammesso che ci sia mai stato.
Ora il problema è che per quelli in piazza oggi e per moltissimi lavoratori (non solo quelli del 25 ottobre) il Pd che sta governando, quello leopoldo e chic, quello amico di Marchionne e Davide Serra, quello che va in visita da Cameron e dice che il lavoro in Italia è ancora troppo rigido, questo governo che fa i patti con Berlusconi, applaudito da Ferrara e da Confindustria, non è più un riferimento.
Nemmeno un lontano parente. Se c’era un sottilissimo cordone ombelicale con il vecchio Pci (e successive modificazioni) non c’è più. Per sempre.
Mi dicono che la destra sta strumentalizzando, mi si segnalano (dall’interno del modernissimo Pd renziano, tra l’altro) tweet di Salvini e della Meloni. Ma… Ma quello che va detto è che oggi per uno che lavora male, pagato male, incerto sul suo futuro, spaventato, e perdipiù insultato (vecchio, conservatore, dinosauro…) le differenze tra la Meloni e Renzi, tra Salvini e Poletti, tra Verdini e la Boschi sono impalpabili, inesistenti. La politica sul lavoro è la stessa, basta vedere gli applausi di Sacconi al Jobs act. Persino lo scherno e il disprezzo verso chi lavora somiglia a quelli della destra più retriva. Operaio, fabbrica, vengono trattate come parole antiche e volgari, senza alcun rispetto (e non dico sacralità, quello era il vecchio Pci ideologico, brutto, sporco e cattivo: meglio Fanfani ci hanno detto di recente).
Ecco, ci siamo.
Il coraggio di dire: non siete più dei miei, nemmeno lontanamente viene dunque dalle cose reali, non è un vezzo (diranno: nostalgia, gettoni, anni Settanta, tutte cose che non c’entrano niente), ma un dato di fatto. Ora - a parte i soldatini zelantissimi più renzisti di Renzi - arrivano da quella parte, la parte del gover inviti alla calma, alla freddezza, ad "abbassare i toni". Potrebbe essere tardi.
Quando uno dice frasi come “chiudere senza salvare” deve sapere che c’è chi ha pochissimo da salvare, ma proprio perché pochissimo molto molto prezioso.
Lo scontro ci sarà, è inevitabile, si può solo sperare che nessuno si faccia male come oggi. Ma una cosa è certa: nessuno potrà dire all’altro “siamo dalla stessa parte”.
Perché non è vero.


un incommensurabile Alessandro Robecchi 

Tanto tempo.

E' da tanto tempo che non sento l'odore di una donna intelligente.